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Cane ricco, cane povero: ricchezza e povertà Anubistica - Parte I

I pennivendoli si affannano da quando il Profeta ha memoria a rompere le divine sfere con i milioni di italiani in povertà assoluta e relativa.

Non c’è dubbio che ci sia gente sfortunata che se la passa molto male ma quello che mai si comprende bene è cosa significhi povertà.

E’ possibile definire uno “povero” perché guadagna meno di x?

Un operaio nel sud italia 40 anni fa si comprava una casetta indipendente con giardino lavorando 8 ore e avanzando un po’ di tempo per hobby e famiglia mentre il “ricco” imprenditore milanese viveva in 100mq in una colombara (condominio) e lavorava 14 ore al giorno. Chi era il più ricco?

Si può definire ricco uno che non ha tempo per se stesso?

Uno che ha i vestiti firmati comprati con carta di credito, una casa “in centro” in affitto e le rate del Porsche da pagare è ricco o è ricco uno che ha una casa di proprietà in periferia, una panda senza rate e dei vestiti che gli piacciono, anche se non firmati?

Chi ha il “macchinone” ma non ha i soldi per il carburante è ricco o lo è chi chi ha l’utilitaria ma ha i soldi per il carburante?

Chi, appena ha 4 soldi in tasca, li deve buttare nel cesso o giocarseli al lotto per poi rimanere senza casa è povero?

Forse lo è nell’istante in cui li ha persi ma è ricco quando li ha in tasca.

La risposta su cosa sia la povertà sembra sempre più lontana.

Proviamo a affrontare la questione in un modo diverso.

Posto che stiamo fino ad ora parlando di un fatto soggettivo proviamo a rispondere alla domanda…

…Quando una persona si può definire oggettivamente povera?

Sicuramente quando spende di più di quel che guadagna o quando è convinta di doversi poter permettere di spendere di più di quel che guadagna per potersi sentire ricca.

Ma questo sentirsi ricco dipende da quanti soldi spende in se, o da quanti oggetti/servizi può acquistare?

Molte persone lavorano come matte per massimizzare il rendimento del tempo al lavoro poi buttano i soldi nel cesso per ottenerne una “compensazione” che ha per definizione rendimento nullo. (Economia privata di tipo “compensativo”)

Davvero qualche cattivone a livello sociale gli ha instillato il bisogno di qualcosa che non si può permettere o il problema sta nella sua incapacità di distinguere da ciò che serve a lui per stare bene e ciò che serve agli altri per far pensare loro che sia “ricco”?

Chi non spende per sembrare ricco, è povero?

In questo quadro potremmo dire che la povertà è uno stile di vita che diventa una risorsa ad alto rendimento.

Uno che pensa di dover sembrare ricco per essere attraente è ricco o è povero?

Un individuo che ritiene che una donna davvero lo desideri perché sembra ricco è potenzialmente il più povero di tutti, in tutti i sensi… ma sembra ricco! … come ne usciamo da qui?

Quando una persona si può oggettivamente definire povera?

Un amico del Profeta si è comprato dopo lunghe ricerche un orologio da 50’000 Euro. E’ un ricco?

No, semplicemente ha cercato un orologio da investimento perché non si fidava a tenere i soldi in banca e complice la sua passione per gli orologi aveva fatto un buon affare.

Ma visto che ha un orologio da 50k allora è ricco?

Assolutamente no. Ha investito i suoi risparmi. E allora?

Tempo fa Eteroclito, un amico del Profeta, dopo una vita a fare attenzione a come impiegava i soldi si è comprato una barca “comoda” per andarsene “in pensione”.

Un vecchio amico gli disse affettuosamente “Uè, bastardone, ti sei fatto lo yacht?”

Eteroclito rispose sempre affettuosamente: “Uè bastardone ti sei fatto due figli che costano il doppio dello “yacht” e una ex moglie che di mantenimento costa il doppio dello yatch?”.

L’amico rimase silenzioso e perplesso per qualche secondo poi disse adorando Anubi: “Hai ragione!”.

Eteroclito gli spiegò che il vero ricco era lui perché una barca si rivende, un figlio no.

Un figlio costa molto di più di una barca.

Sì, è vero che barche e bambini c’entrano come le note pere e mele nella somma; i figli sono l’investire risorse e affetto per regalare una nuova vita.

Ciò non toglie che debbano essere una scelta economica ponderata e sostenibile, anzi “la” scelta più ponderata e sostenibile che un umano deve fare.

Consideriamo che dagli ultimi dati le italiane fanno in media 1,25 figli a testa e le nigeriane 6,8.

Allora le italiane sono povere e le nigeriane ricchissime? Giusto?

Perché si dice che “I poveri pagano sempre i debiti, sono i ricchi che non lo fanno?”.

Potremo dedurne che il povero è ricco, oppure che il ricco diventa povero?

Chi non paga i debiti infrange il secondo precetto rompendo i coglioni al creditore (posto che il prestito sia stato chiesto volontariamente) per cui potremmo dire che è molto anubistico “essere poveri”.

Dato che sembra impossibile dare una definizione alla povertà; proviamo a darla alla ricchezza.

  • Qualcuno pensa che essere ricchi sia avere abbastanza soldi da parte per “comprarsi” il proprio tempo per lavorare poco o nulla, ovvero la ricchezza sia essere proprietari della propria vita.
  • Qualcun altro pensa che la ricchezza sia avere abbastanza soldi da parte per affrontare qualsiasi sfiga… cioè “stare in pace” al sicuro.
  • Qualcun altro pensa che il ricco sia colui che spende tanto; ma colui che spende tanto più difficilmente avrà modo di “comprarsi ” la propria vita.

Sembra difficile anche uscire da questa domanda. Tutta ‘sta rottura di sfere serviva ad arrivare almeno ad una anubistica affermazione: “La povertà l’abbiamo nella testa prima che nel portafoglio”.

A questo punto è meglio rifletterci bene perchè come diceva Jung “Rendi cosciente l’inconscio altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino”

Nonostante il mondo abbia generato una ricchezza reale notevole e la deflazione tecnologica abbia portato i costi di produzione a valori ridicoli, il potere di acquisto degli “occidentali” diminuisce nel tempo quindi indiscutibilmente genera maggiore “povertà”.

Semplicemente la finanza usando la violenza operata da sovrastati e stati ci ha ridotto il potere di acquisto di almeno 4 volte negli ultimi 40 anni. (Ne abbiamo scritto qui)

L’argomento è difficile e variegato; preso nel modo sbagliato finisce in mano agli statalisti che di volta in volta promuovono campagne d’odio contro chi “c’ha il suv”, la seconda casa ecc…

…basandosi sulla stupidità che porta gli invidiosi (magari ricchi ) a odiare i “finti” ricchi magari poveri.

Il tutto a beneficio dei parassiti che con una scusa o un altra fottono soldi a tutti.

No, le nuove generazioni non sono diventate né stupide nè incapaci, nè fancazziste.

No, il problema non è neanche che non sono competitive. Ne abbiamo scritto qui.

Onde evitare di rompere le divine sfere il Profeta sospende lo sproloquio la trattazione e rimanda la “anubistica difesa” al prossimo articolo dando il tempo agli adepti di meditare sulle riflessioni proposte.

Che Anubi sia con te.

Il Profeta.

Continua qui.

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