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L'Anubistico Fato

L’Illuminata Arta ha chiesto di recente al Profeta cosa ne pensasse del “Fato”.

Il Profeta, essendo in una condizione di carenza alcolica che notoriamente provoca una malattia nota come “piena percezione della realtà”, noto dramma di cartesiana memoria, ha deciso di rimandare una esaustiva risposta a un momento di minor percezione del reale.

Sentendosi ora in grande ispirazione anubista causa profonde degustazioni di Havana 7 meditazioni si sente nelle condizioni di rispondere.

Come i torturati dai latino liceale sanno bene, “Fato” rappresenta la parola degli dei. Il fato era la condizione umana assolutamente immodificabile. Per quanto agli occhi del mortale apparisse causale, il fato era in realtà assolutamente predeterminato.

Molti film di fantascienza sono stati sviluppati sulla base di questo principio: per quanto ti sbatti per cambiare il futuro, ciò che deve accaderti si verificherà.

Il primitivo concetto greco antico del “fato” viene poi sostituito dal “destino” di romana concezione. (Homo faber fortunae suae: l’uomo è l’artefice della propria sorte.) L’uomo è sì soggetto a un “destino”, ma il destino non è più ineluttabile, anche se “prevedibile”, perché dipende dal modo di “essere” dell’umano stesso.

In seguito, introducendo il concetto della “provvidenza” e del “determinismo”, il dibattito filosofico è diventato estremamente più complesso in una commistione religio-filosofica di lunga ed inutile analisi. L’inutilità deriva dal fatto che, ben pesate, tutte le teorie risultano sempre sempre fattive a ridurre l’umano a un essere addomesticato.

In soccorso del Profeta, come si verifica sempre più spesso ultimamente (ma ne parleremo in un altro momento), sono accorsi i (sud)Coreani con la serie “The King Eternal Monarch.”

Re: Zio, tu credi nel Fato?

Zio (medico): E’ un concetto complicato per un uomo di scienza.

Re: Non è una cosa chiara. Le persone di solito lo mettono da parte e lo sfidano apertamente. Dovrei oppormi ad esso?

Zio: Non si sa mai cosa può accadere nella vita, ma se c’è un posto che vuoi raggiungere, anche a costo di mettere in pericolo la tua vita allora si tratta dell’azione del fato. I passi che ognuno di noi decide di compiere mettendo a rischio un’intera esistenza sono un segno del suo intervento.


Il Profeta è rimasto molto illuminato da questa definizione, alta commistione religio-filosofico-artistica, che unisce al contenuto filosofico anche uno poetico di altissimo pregio.

Senti liberamente, desidera e vivi intensamente; solo allora potrai essere raggiungere la condizione di libertà.

Ringraziando la regia di The King, il Profeta augura all’adepto di poter avere un “peso” nel suo destino.

Che Anubi (l’unico dio che non ha predetto nulla per te) sia con te.

Il Profeta

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