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VI. L'Etica del Dio Cane

Tutta la comunità filosofico/religiosa pasticcia da millenni con le definizioni di etica e di morale, molto spesso contraddicendosi a seconda degli interessi economici e politici del momento.

Ad esempio alcune di queste dicevano che siamo tutti fratelli che uccidere è sempre sbagliato. Ma poi a un certo punto i loro rappresentanti hanno trovato dei pezzi di terra che volevano a tutti i costi e hanno convinto dei disgraziati che Dio gli aveva mandato un fax dicendo che, per un po’, il “non uccidere” diventava “non uccidere salvo i miei rappresentanti dicano diversamente”. 

“Quindi mani alle armi, giovane! E non preoccuparti: se dovessi morire ci prenderemo cura noi dei tuoi averi e della tua famiglia mentre tu sei in paradiso!”

In epoca moderna le cose non vanno molto meglio: fior di professori di filosofia di tutto il mondo si fanno delle ricche pippe con dilemmi al limite del ridicolo, proponendo scenari in cui qualche pazzo ha legato della gente sui binari del treno e tu devi decidere se tirare o meno una leva che ne salverà alcuni e ne lascerà morire altri. “Vedi?!? È tutto relativo. Non c’è un’etica oggettiva nella vita!!!1!”. 

Ma cos’è? Un capitolo di Saw l’Enigmista? Ma grande Anubi! Se l’etica è sempre negoziabile a seconda della situazione, si può sapere che razza di etica è? E in che modo la posso applicare alla mia vita di tutti i giorni per migliorare la mia esistenza? 

Ma poi siamo sicuri che questi professori siano nella posizione di insegnare l’etica, dal momento che il loro stipendio arriva dalla tassazione e la loro bravura è spesso misurata in base a quanto mettono in difficoltà gli studenti?

Infine c’è l’ambito politico, dove tutti gli schieramenti giurano di essere anime belle e di avere l’etica migliore perché vogliono aiutare i deboli, le minoranze, eliminare la povertà, etc. Ok, fa già ridere così, ma facciamo finta per un secondo che sia vero e che siano guidati dalle migliori intenzioni. Quali strumenti hanno per applicare la loro etica?

Dal momento che i politici per definizione non producono ricchezza, l’unico strumento a loro disposizione per applicare i loro eticissimi piani è prendere forzatamente il denaro dai cittadini. Basta un briciolo di logica per capire che questo meccanismo ha molto più in comune col furto di quanto si pensi e che dunque di etico possa avere ben poco. 

“Ma lo si fa per il bene della collettività”, obietta qualcuno, “alla fine è un piccolo sacrificio per far stare meglio tutti”.

Peccato che per fare star meglio “tutti”, dobbiamo pagare una fucilata di tasse e abbassare la nostra qualità della vita. Quindi o noi non siamo parte del “tutti”, oppure anche il concetto di etica politica ha una falla più grossa del Titanic dopo che ha pomiciato con l’iceberg.

A causa di questi paradossi, un sacco di gente ha la bussola morale completamente in tilt e non è assolutamente in grado di dare una definizione esatta di cosa voglia dire vivere eticamente. Ma senza etica è difficile mettere dei paletti chiari tra noi e le rotture di coglioni del mondo. Subendo e poi giustificando le rotture di palle, si finisce per fare una vita miserabile. 

Facendo una vita miserabile, si finisce spesso per diventare a nostra volta dei rompicoglioni.

Fortunatamente Anubi, essendo l’unico vero Dio, porta con sé un concetto di etica chiaro, solido e che non muta a seconda delle necessità del momento: NON ROMPERE I COGLIONI.

Salvo tu non debba tutelarti da qualcuno che sta minacciando te, i tuoi cari o le tue proprietà, puoi perseguire una vita pacifica e soddisfacente senza rompere le palle a nessuno. Anzi, sarà proprio perché ti asterrai da questa inutile pratica che la tua vita sarà sempre meno merdosa.

Il concetto di non rompere i coglioni è incredibilmente ricco e completo nonostante la sua semplicità: chi non rompe i coglioni rispetta il suo prossimo e sé stesso, ha a cuore la pace, desidera tempo e relazioni di qualità per la sua vita e, soprattutto, è libero dall’ansia del dover fare del bene a tutti costi, poiché consapevole che, standosene tranquillo e facendosi i cazzi suoi, ha già reso il mondo un po’ meno merdoso. Il tutto senza rompersi i coglioni, appunto. Come vedi il concetto è talmente potente da confermarsi da solo in automatico.

In ultimo, ma non per importanza, non rompere i coglioni, oltre ad essere gratis, è anche universalizzabile.

Questo significa che non devi togliere nulla a nessuno per farlo. Ora prova ad immaginare per un secondo come sarebbe il pianeta se la maggior parte degli umani seguisse questo principio. Il paradiso terrestre in confronto è una favelas.

Posto questa base fondamentale, siamo pronti ad esplorarne l’applicazione negli ambiti più scottanti e complicati della vita umana. 

Come trattato in precedenza, ad Anubi non fotte un gran membro di segugio della vita umana. L’unica cosa sacra nell’universo è il Dio Cane, non le vite degli insulsi umani con testa di cazzo. Ma visto che religioni e  ideologie devono rompere i coglioni, al Profeta tocca approfondire i principi etici del buon anubista.

Considerazione della vita

Innanzitutto, come approfondiremo, la vita per gli anubisti non è sacra.  (Approfondimento nella pagina dedicata.)  L’Anubista non uccide non perché la vita è sacra, ma perché nella sua alta illuminazione capisce che uccidere un umano è stupido, molto stupido, perché non risolve niente; bisognerebbe ammazzarne a miliardi per avere un minimo di pace.

Per ammazzarne a miliardi butterebbe via la sua preziosa (per lui stesso) vita. Non ammazza il “Re” perché al posto del Re ci sarebbe un altro Re, oppure il “consiglio rivoluzionario” o una democrazia dove al posto di un dittatore ci sarebbero milioni di dittatori. 

Parimenti evita di uccidere il vicino di casa con testa di cazzo, tanto ne arriverebbe un altro magari con più grande testa di cazzo. Ovviamente non uccide uno perché gli ha tagliato la strada, tanto prima di tornare a casa lo avranno fatto altri dieci e si spenderebbe lo stipendio in cartucce senza risolvere niente. 

Il buon anubista dovrebbe usare la sua esistenza per portare il Verbo a coloro che ignorano ma, se proprio vuole, si può far secco. L’anubista considera la propria vita di sua esclusiva proprietà, per cui è libero di vivere o di suicidarsi come cazzo gli pare purché ovviamente non rompa i coglioni agli altri.  L’anubista se decide di morire fuma, beve, si droga; ma non si butta sotto la metropolitana nelle ore di punta, perché così rompe i coglioni agli altri umani che vanno al lavoro o non vedono l’ora di tornare a casa a farsi i cazzi loro (come Anubi insegna).

Se decide di morire non si butta giù dal balcone perché potrebbe cascare su qualche poveraccio che non c’entra una minchia, non si spara in testa perché spruzzando cervello dappertutto costringerebbe altri umani a pulire. Evita di suicidarsi “per finta” facendo prendere una gran paura a tutti gli altri: se proprio ha bisogno di aiuto va da un dottore. 

In sintesi, il buon anubista se proprio vuole si suicida ma lo fa rispettando il secondo precetto, cioè evitando di rompere i coglioni agli altri.

Il sesso

Se ci si sforza di immaginare un Dio unico, immutabile e onnipotente, non è difficile  immaginare cosa stracazzo può fottergliene degli umani: nulla.

Quel nulla è ancora infinitamente di meno di quanto a noi possa interessare la depressione di un’ameba.  Infatti ad Anubi interessa normare la nostra vita sessuale quanto a noi interessa  “normare” la vita sessuale delle amebe

Forse ci è mai venuta voglia di chiamare un’ameba in cima a un sassolino e darle dei comandamenti? No. Eppure i capi delle varie superstizioni si affannano a dire cosa Dio vieta e cosa Dio permette. Se ti tocchi fai peccato, se hai voglia di farti uno del tuo sesso fai peccato. 

Hai mai conosciuto un umano interessato a cosa cazzo fa un’ameba quando si arrapa? Non ci prendiamo per il fondoschiena. Anubi è l’unico vero Dio Cane; infatti se ne sbatte radicalmente le palle di cosa cazzo fanno gli umani con il pistolino e la fighetta, Anubi ha altro da fare! 

Ne deriva che l’anubista osservante va a letto con chi gli pare, quando gli pare e come gli pare. Può anche decidere di andare a letto con un criceto, purché lo stesso sia consenziente.

La riproduzione

Conscio dell’umana testa di cazzo e della merdosità del mondo, l’anubista  illuminato sa che più siamo e più ci rompiamo le palle a vicenda, per cui non si sente obbligato a riprodursi. Se vuole, evita di riprodursi in qualsiasi modo voglia. 

Curiosamente nella superstizione cattolica dicono alla gente di trombare solo da sposati e di non abortire perché è un omicidio. Se eliminare qualche cellulina è un aborto, non trombare cos’è? È in radice l’azione più assassina che si possa fare, perché così neanche le celluline trombano! L’anubista tromba quando vuole e abortisce quando vuole.

Nel caso in cui decida di procreare, conscio del suo personale e fottutissimo atto di egoismo, considera logico star dietro a suo figlio e allevarlo nella miglior cultura del Dio Cane. 

Suo figlio sarà già in giovanissima età capace di osservazioni anubiste, quali: “Ma Dio Cane, ma in che mondo di merda mi hanno messo?” o in alternativa: “Ma Dio Porco, papà, ma non  potevi metterti un gommino?”.

Il bene e il male

L’anubismo non concepisce contrapposizioni manicheistiche, come ad esempio quelle della  superstizione cattolica. 

Essendo il mondo un gran mondo di merda, parlare ad esempio di contrapposizione tra bene e male è quantomeno ridicolo: dove è il bene? 

Tali definizioni servono alle superstizioni finalizzate al controllo dell’umano per imporgli comportamenti. Si inventano premi o pene dati dopo la morte in funzione dell’osservanza dei dettami “religiosi”. Il tutto funziona, tanto nessuno potrà mai testimoniare che il cibo per i vermi non è stato premiato. 

In realtà come dicevamo il mondo è merdoso, e tutti gli animali in un modo o nell’altro si mangiano a vicenda. L’umano si mangia la vita a vicenda con i suoi simili stabilendo regole che servono al più ricco statalista fancazzista per arricchirsi di più e al più povero per buttare la vita a lavorare, tanto andrà in Paradiso. 

Appena ti giri c’è un buon osservante di qualche superstizione che te lo picchia in culo, però santifica regolarmente il suo Dio.

Il santificatore dell’unico vero Dio Cane è diverso. Sa che il mondo fa schifo, che gli umani si fottono a vicenda e che ad Anubi non frega un cazzo degli umani; questa è la situazione reale. 

Il buon anubista si limita a fare una cosa che è sicuramente giusta: non accrescere la merdosità del mondo; cosa che detta così sembra banale ma in realtà non lo è, per cui diventa indispensabile seguire i precetti del buon anubista.  

Come trattato in precedenza ad Anubi non fotte un gran membro di segugio della vita umana. L’unica cosa sacra nell’universo è il Dio Cane e non le vite degli insulsi umani con testa di cazzo.

Ma visto che ogni religione e ogni ideologia devono rompere i coglioni proviamo a stilare i principi etici del buon Anubista nei capitoli successivi.

Ulteriori epifanie

XIII. L’Anarchia Anubistica

“Anarchia” è il termine più abusato e meno chiaro di tutto il vocabolario filosofico, politico e sociale. Questo depone a suo favore, perché la confusione dimostra l’assenza di

XII. Dio si è fatto Cane

Giracchiando per il web il profeta ha trovato questo post in un forum. Ha notato subito che l’autore è stato colto da grandissima  illuminazione anubistica. Ha cercato di

XI. Animalismo Anubista

L’anubismo è chiaramente una religione animalista, ma anche qui nella sua fondamentale anarchia è animalista a modo suo. L’anubista è innanzitutto rispettoso nei confronti degli altri esseri viventi:

X. Anubi e il Diavolo

Alcune persone hanno inventato una religione che fa riferimento a un dio definito “buono”. Per essere precisi tal dio prima fu cattivo poi diventò buono.  Panta rei. Comunque

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la Genesi di Anubi

25 pagine estratte dal Sacro Tomo contenenti tutta la verità sulla nascita di Anubi