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XI. Animalismo Anubista

L’anubismo è chiaramente una religione animalista, ma anche qui nella sua fondamentale anarchia è animalista a modo suo.

L’anubista è innanzitutto rispettoso nei confronti degli altri esseri viventi: fa di tutto per non rompere loro i coglioni, ma chiede anche che non gli vengano rotti i coglioni.

In questo senso l’animalismo anubista si distanzia dagli altri. L’anubista invece di schiacciare gli scarafaggi li accompagna fuori casa, al posto dei veleni per le formiche cerca di usare deterrenti, ma massacra le zanzare senza alcun piacere ma senza pietà; semplicemente per autodifesa.

Nello stesso modo si comporta nei confronti degli animali che minacciano la sua vita.

L’anubista non è ideologicamente animalista, lo è per logica.

Comprendendo l’insulsità e la dannosità di molti umani elabora che forse quello scarafaggio, non avendo attentato a nulla di vitale, merita un minuto di tempo per allontanarlo invece di ucciderlo.

Fin qui abbiamo descritto il comportamento dell’anubista osservante, ma l’anubista ispirato ama gli animali trovandoli in gran parte l’unica espressione positiva nella mondomerdosità globale. Per cui li coccola e li ama quasi rappresentassero una emanazione di Anubi.

Quando il solito umanoide sentenzia: “Ma con tutta la gente che ha bisogno ti devi sbattere dietro agli animali?”, il buon anubista con malcelata insofferenza gli risponde che, dato che la maggior parte degli umani sono proprio come lui, ha più senso dedicarsi agli animali. Inoltre afferma che qualsiasi attività volta a non accrescere la merdosità del pianeta è “giusta” in sé.

Dobbiamo qui comunque considerare che gli umani talvolta soffrono di fobie anche nei confronti degli animali. Prescindendo le fobie dalla ragione, non si possono condannare. Qualcuno ha paura dei cani, qualcuno dei serpenti, qualcuno dei ragni ecc. 

Il Profeta, ad esempio, è notoriamente pinguinofobo. Dopo aver visto un documentario sui pinguini, dove gli stessi fanno una gran vita di merda sfidando un freddo porco solo per covare un cazzo di uovo, il Profeta soffrì diverse notti di incubi.

Il fatto che i pinguini fossero vestiti tutti uguali era già sufficiente per ingenerare fobie nel Profeta. La cosa peggiore comunque è l’assoluta mancanza di scelta che caratterizza il pinguino ponendolo alla stregua di un Borg (rif. Star Trek). 

Non parliamo poi della tristezza di una vita vissuta rigidamente secondo la programmazione genetica e della comunità, che sicuramente lo pone come uno degli animali più tristi. Al termine di uno di questi documentari il Profeta comprese che, comunque, il pinguino doveva essere un grande adoratore di Anubi.

Con grande sorpresa il Profeta udì queste parole: “Mentre il pinguino rimane a sfidare il freddo e la fame per covare l’uovo, le pinguine vanno in gruppo al mare a caccia di pesci”.  Di pesci? Ma è possibile che uno sia così pinguino? Lui cova e lei va a prendere pesci? Ma Dio Pinguino! Ma davvero non c’è più religione.

Chissà come adora Anubi il pinguino mentre cova e la sua compagna va al mare a “caccia” con le amiche…  non c’è da stupirsi che il Profeta sia diventato pinguinofobo!

Comunque, a prescindere dalle fobie, l’animalista anubista vuole il bene degli altri animali; l’animalista anubista però, rispettando il precetto, non rompe i coglioni.

Evita per esempio di tirare le uova a chi si mette la pelliccia, perché la colpa di chi mette una pelliccia è uguale a quella di chi mangia il salame. Ne deriva che ci vorrebbe una decina di miliardi di polli e almeno un miliardo di “lanciatori” a tempo pieno per “punire” coloro che, per soddisfare i propri piaceri, fanno un danno agli animali.

Gli stessi animali se non servissero in qualche modo a migliorare la vita dell’uomo sarebbero estinti, per cui c’è qualcosa che non va nel ragionamento.

L’animalista anubista si limita a ridurre il più possibile il danno, cercando di informarsi su come siano stati trattati gli animali di cui si ciba.

Un pollo al curry che fu un pollo felice e libero di sicuro fa bene al pollo e a chi lo mangia. Sicuramente in futuro, anche se non prossimo, la gente lentamente smetterà di macellare animali per nutrirsi o altro.

Ci vorranno tempo e tanta informazione, e non imponendo nulla con divieti, ideologie o religioni varie ci si arriverà.

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