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VII. La vita non è sacra per alcuno

Come abbiamo già anticipato nell’etica anubista, la vita per gli anubisti non è sacra. Contestualmente abbiamo osservato come uccidere sia inutile.

L’illuminato non uccide non perché la vita sia sacra, ma perché nella sua alta illuminazione capisce che uccidere un umano è stupido, molto stupido, perché non risolve niente.

La domanda nasce spontanea: perché ci hanno sempre detto che la vita è sacra? Ce lo hanno detto tutti, dai “presidenti della repubblica” ai “papi“. Come mai sono tutti d’accordo nell’impiantarci la sovrastruttura “vita sacra” sin da quando siamo piccoli?  Proviamo a rifletterci.

Sin dall’infanzia molti piccoli umani subiscono infinite forme di violenza. Qualcuno è stato  malmenato, qualche volta abusato, violentato, derubato e umiliato. Non ha mai visto  quella “giustizia” che nel frattempo qualcuno diceva esistere.

Una ragazzina o ragazzino non fisicamente dotato non poteva difendersi dalla violenza di qualcuno più “grosso” e non c’erano alternative… doveva soccombere. In realtà un’alternativa ci sarebbe stata… si sarebbe potuto armare anche solo di un banale bastone per compensare la differenza di prestanza fisica, ma armarsi era “vietato“.

Vietato… già… ma non era vietato al fisicamente più dotato di far del male, di derubare o di picchiare con il rischio di farsi  uccidere.

Era vietato ai “meno prestanti” di armarsi. Non era solo vietato, ma gli statali diffondevano una sovrastruttura “antiarmi” che è rimasta anche in molti “adulti”: le armi sono pericolose! Già… gli stessi adulti si siedono al volante di un’automobile che è potenzialmente in grado di causare una decina di morti in un colpo senza fare una piega.

L’automobile non ha la sicura; può capitare di uccidere senza dolo e senza colpa grave, fa parte dei rischi di guidare. Le armi non sparano da sole e hanno una sicura. Le armi, come un trapano o come un’automobile, aumentano il potere fisico dell’umano sulla materia. Sono una leva come un’altra.

Ma le armi no, guai, ti devono fare paura. Però lo Stato le armi le ha, le usa e ne detiene il monopolio. Non ci trovi nulla di strano? Perché chi nasce fisicamente più “potente” ha il naturale diritto di aggredire gli altri maschi e femmine? Perché all’aggredito è vietato colmare il gap tramite un oggetto che l’istituzione chiama “arma” di cui si riserva il monopolio d’uso?

A una donna potrebbe bastare impugnare un coltello per evitare l’aggressione, ma la stessa istituzione che non la difende le vieta di impugnare un coltello per difendersi. A un uomo fisicamente poco dotato basterebbe impugnare un bastone per potersi difendere da un aggressore “più fisicamente prestante“, ma la stessa istituzione che non mette l’aggressore nella condizione di non nuocere glielo vieta.

La legge sulla legittima difesa è molto chiara: se sei una donna di quaranta kg e vieni aggredita da un uomo di cento devi difenderti con le mani; chiaramente soccombi, e non è un problema dell’istituzione ma tuo. 

Insomma, abbiamo capito bene e chiaramente che da “piccoli” il più “grosso” ha sempre ragione. 

Crescendo la minaccia fisica è passata in secondo piano, e abbiamo cominciato a subire in modo sempre più violento la limitazione della libertà di fare o di esprimerci liberamente. Bisognava dire e fare ciò che facevano gli altri, altrimenti dovevamo subire violenza morale operata da tutto il sistema famiglia/società/Stato/chiesa.

Quando abbiamo capito che questa struttura che ci governava esisteva ed era “viva“, eravamo quasi già completamente addomesticati.  In realtà vivere ai “margini” di ciò che ci avevano imposto era ancora possibile; il prezzo era alto, ma si poteva ancora sostenere.

Insomma, abbiamo capito che potevamo pensare ed esistere in modo diverso dagli altri, ma dovevamo impegnare molte energie.  

In seguito, cominciando a lavorare alienando il nostro tempo per “produrre ricchezza” è cominciata la sofferenza dovuta all’aggressione sistematica ai nostri beni; aggressione perpetrata da  chi economicamente era più “potente” di noi.

Abbiamo tentato di difenderci legalmente, ma anche quando ci è andata bene abbiamo comunque perso un sacco di tempo e di soldi e abbiamo cominciato necessariamente a metabolizzare che “la giustizia non funziona“. Quella giustizia di cui ci avevano raccontato meraviglie, alla prova dei fatti non funziona. Cioè, rende sempre economicamente perdente “agire per via giudiziaria” contro il più “ricco“. 

Insomma, abbiamo capito bene e chiaramente che  chiunque sia “economicamente forte” ha sempre ragione.

Eppure ci avevano raccontato un mucchio di storie sulla giustizia, la costituzione e altre amenità, ma non ne abbiamo mai trovato riscontro. Nulla era andato come ce lo avevano raccontato. 

Ma la giustizia del Dio Stato? Lavora che ti lavora, produci che ti produci cominci a renderti conto che in realtà il nemico è sempre lo stesso: Lo Stato. Tasse, burocrazia assurda e tasse asfissianti ti impongono di alienare un mucchio di vita solo per difenderti dallo Stato.

Ma lo Stato non eri tu? Se sei tu evidentemente sei masochista… hai generato uno Stato che ti opprime in tutti modi. Non sei masochista? No? Allora sei scemo? No? Allora c’è qualcosa che non funziona. 

Probabilmente ciò che non funziona è che lo Stato non sei tu, ma sono loro.

In effetti, tu quante leggi hai fatto? Nessuna? Quindi le hanno fatte loro. Tu quante tasse sulla RAI o quante multe ti sei imposto? Nessuna? Le hanno fatte loro. Tu quante volte ti sei messo sotto processo o in galera? Mai. Allora lo ha fatto qualcun altro. Lo hai voluto tu in costituzione un articolo che ti vieta di votare a un referendum riguardante la tua fiscalità? Tu? Ti sei autovietato di esprimere un parere? No? Allora lo ha fatto qualcun altro. 

Se continui a pensare di essere lo Stato devi sentire uno bravo… ovviamente anubista! 

Ora il Profeta, parlando di vita, chiede qualche riga per un anubistico inciso ricordando un film che non era il top, ma era curioso. Supponi di avere un orologio che ti consenta di cancellare le ore in cui ti rompi i coglioni o in modo equivalente di avere un robot che ti sostituisca evitandoti di vivere il tempo in cui ti rompi le palle. Inutile dire che le ore del giorno in cui dormi non le vivi.

Fai il tuo bilancio e se sei umano, ovvero hai una certa autoconsapevolezza della vita, vedrai che forse hai tre ore al giorno disponibili per fare davvero quello che ti pare. Considerati un uomo fortunato, perché temo che la media si aggiri attorno alle due ore al giorno.

Ora supponiamo che qualcuno ti faccia lavorare due ore in meno al giorno: praticamente ti raddoppia la vita.

Supponiamo di vivere in uno Stato che dalla combinazione delle tasse dirette e indirette, accise e aumento dei costi dei prodotti derivanti dalla tassazione sulla filiera che li produce ti tassa all’80%.

Quanta vita ti toglie? Sì certo, qualche briciola ti torna indietro; ma fai bene i conti, perché ti garantisco che rappresenta sì e no il 20% di quello che ti ruba.

Se la vita è fatta di un numero di ore limitato, ogni ora in più che devi dedicare al lavoro è un’ora in meno di vita. 

Comunque lavorando più del doppio di quello che è necessario e alienando una grande percentuale della tua vita, hai messo da parte ore di vita sotto forma di soldi e beni. Per poterti comprare un piatto di pasta ti è stato imposto, come minimo, di produrne due; uno andava allo “Stato” (pizzo chiamato tassa), ma va bene lo stesso perché alla fine dell’anno ti sei fatto la TV nuova…

Poi però scopri che quelle quattro cose o quei quattro soldi che ti sono costati un mucchio di ore di vita sono alla mercé di tutti. Ti hanno obbligato a mettere i soldi in banca, altrimenti eri un “evasore“, poi attraverso ulteriore tassazione, inflazione e fallimento delle varie banchette te li hanno rubati

  • Ogni tanto devi pagare per qualcosa che non vuoi, ma è imposto dalla legge. 
  • Ogni tanto ti tocca pagare per qualcosa di illegittimo, ma che devi per legge.
  • Ogni tanto devi pagare per qualcosa che non devi per legge, ma non puoi difenderti legalmente  perché ti costerebbe molto di più che pagare.

Meno male che ti sei comprato la televisione, dei mobili, un orologio, un’automobile, ovvero dei beni: i summenzionati attori non te li possono rubare. Errore! Qui entrano in gioco altri attori, detti ladri senza divisa, che ti possono rubare tutto quello che vogliono, tanto coloro i quali ti impoveriscono dicendoti che ti difenderanno, difenderanno invece chi ti deruba.

  • Così ti ruberanno la macchina o la moto. Qualcuno magari riuscirà a prenderli, ma i signori giudici li libereranno.
  • Così ti ruberanno l’orologio d’oro del nonno, il televisore e i mobili svuotandoti la casa. Qualcuno magari riuscirà a prenderli, ma i signori giudici li libereranno.
  • Così ti ruberanno i beni che hai in negozio o ti rapineranno dell’incasso, che in gran parte dovrai dare comunque allo Stato. Magari qualcuno lo “assicurerà alla giustizia”, ma i signori giudici li libereranno.

Quindi comprendi che devi anche pagare per acquistare antifurti, catene, cancelli, serrande, serrature, porte blindate, telecamere, casseforti, cassette di sicurezza e assicurazioni sul furto. Tutte cose che non ti danno nessun valore aggiunto, ma che se vuoi possedere dei beni “ti tocca” comprare come ulteriore “tassa sul possesso” sui tuoi beni. (Casualmente per lo “Stato” il furto è sempre un bene, perché incrementa il PIL così può rubare di più mantenendo costante il “rapporto debito/PIL“.)

Non ne puoi più.  Continui a lavorare come uno stronzo convertendo una piccola percentuale del tuo lavoro in denaro e beni e il tutto ti viene sistematicamente rubato.

Le tue ore di vita, quindi una parte della tua vita, ti viene sottratta. Sembra quasi che i ladri con o senza divisa siano d’accordo. Entrambi operano alla faccia tua e di chi dovrebbe difenderti, in totale impunità.

Nel caso in cui una ” divisa” decida di operare per tutelare la tua incolumità o i tuoi beni verrà sicuramente massacrata da giudici vari e dalla stampa.

Un bella struttura, eh? Sembri non avere proprio alcuna difesa né dal “potente” né dal malfattore. Sembri davvero essere una formichina in balia di uno stivale. (Ogni riferimento alla forma del territorio occupato dallo Stato italiano è puramente voluto.) 

Inizi a osservare che chi opera “violenza di piazza” ottiene sempre un incremento della estorsione nei confronti di chi lavora a beneficio di chi picchia, spacca o minaccia fisicamente. 

Sembra che i potenti abbiano paura della violenza e delle armi: ladri e rapinatori con o senza divisa, potenti con e senza divisa o tonaca sono persone in carne e ossa, e possono essere molto facilmente fermate. Se non possono essere fermate dalla “legge” (minuscolo) possono essere fermati attraverso l’assassinio.

Un giorno, stufo di essere derubato, umiliato, offeso, picchiato ecc… prendi un coltello, un bastone, un fucile e ti difendi. Per difenderti uccidi.

Decidendo di usare la violenza invece di subirla crei un problema serio al sistema. Difendendoti attraverso la violenza il Re, il Papa, il Presidente, il rapinatore e il ladro cominciano ad aver paura, perché diventano vulnerabili. 

L’unico modo di difendersi dai Re era ucciderli; non c’era alcun altro modo di lederli. In qualsiasi altro modo avevano sempre ragione loro. Ciò vale per tutti i tipi di potenti di Stato, mafiosi o religiosi. Vale altresì per chiunque ti voglia uccidere parzialmente derubandoti di ore di vita. Usare la stessa violenza che loro usano su di te è un buco nel loro sistema. 

Quindi, cosa c’è di più logico che importi la “sacralità della vita“? 

La vita deve essere sacra perché chi ti domina, potente con o senza tonaca o ladro con o senza divisa, può essere fermato con un minimo di violenza.

Capi delle religioni o degli Stati  hanno obbligato milioni di persone a morire in guerra. Ma la vita non era sacra? È sacra finché la tua vita serve agli interessi di chi comanda. È sacra finché serve a tutelare la “loro” vita. Non la tua. 

Se è sacra la vita è percentualmente sacra ogni ora di vita che hai dovuto alienare per guadagnare denaro, che non è sterco ma solo una merce di scambio per ottenere pane e altri beni.

Se vieni derubato di beni equivalenti a 30 anni di lavoro il ladro/rapinatore dovrebbe rispondere dell’assassinio di almeno un terzo di un uomo, ma non funziona così.

Prima di chiudere questa rottura di divine sfere, il Profeta vorrebbe riflettere sullapena di morte“. 

Sono in molti a gonfiare le divine sfere sulla illegittimità della pena di morte. Lo stato non può uccidere, non è etico! 

Però lo stato può incarcerarti vent’anni per sbaglio. Può distruggerti famiglia, lavoro, carriera, affetti, economia famigliare, salute fisica e psichica incarcerandoti per vent’anni ma non può ucciderti.

Tu, caro adepto che per fortuna non hai vissuto questa esperienza, pensaci bene: preferiresti essere ammazzato per sbaglio… (via il dente via il dolore)… o preferiresti essere incarcerato vent’anni per sbaglio?

(È stato fatto l’esempio dei vent’anni perché è di questi giorni la notizia di un poveraccio imprigionato 22 anni “per sbaglio“.)

Qualcuno potrebbe pensare che sia meglio essere incarcerati… almeno sopravvivi. A questi suggerirei di provare a vivere davvero, al fine di poter capire meglio che cosa sia essere privati del tutto della propria libertà. 

Insomma, anche in questo caso la vita è sacra per lo Stato, quindi non si può condannare a morte qualcuno, ma si può condannare alla galera (tortura) a vita. Ma lo Stato è magnanimo o è un torturatore? Non è che la verità è un’altra? 

Avendone il Profeta completamente piene le  sfere, notoriamente sacre all’anubismo, suggerisce di riflettere sul fatto che il Re, il Presidente o qualsiasi altro potente non verrà mai condannato dai suoi affiliati alla galera a vita... ma potrebbe venire ucciso da qualcuno. Sia mai! La vita è “sacra“!

Lo Stato non condannerà mai a morte chi ha ucciso tua moglie per rapinarla… la vita è sacra… ma quando i conti dello Stato non saranno in ordine ti obbligherà ad andare a morire in guerra per difendere gli interessi economici di qualche potente. Le due passate guerre mondiali hanno generato un numero di morti tra i sessanta e i cento milioni (fonte Wikipedia). Tutti morti benedetti dagli Stati e dalle religioni.

Come ben descritto nel capitolo sull’etica, tutte queste riflessioni NON vogliono istigarti a uccidere per difenderti: ciò sarebbe stupido, molto stupido. 

Quando i ladri comandano è inutile uccidere. Uccidere ad esempio un rapinatore senza divisa che ti entra in casa ti farebbe finire in galera a opera dei ladri con la divisa. Mentre sarai rinchiuso in galera altri ladri senza divisa finirebbero di svuotarti la casa, mentre il conto in banca ti verrebbe svuotato dagli avvocati. La tua casa, se non viene occupata, verrà venduta per risarcire i parenti del rapinatore senza divisa.

Fatti ammazzare dal rapinatore! Perdi tutto, ma almeno lo perdi di colpo. Se ti trovi in casa tre persone armate e tu hai una pistola, usala per suicidarti in modo indolore. Del resto la vita è sacra! Vorrai mica rischiare di far del male al povero rapinatore? Devi comprendere che sei schiavo dei ladri, e che non c’è altra difesa che la fuga.  L’unico modo che hai per difenderti dai ladri è trasferire te stesso e i tuoi beni in un posto dove non comandano i ladri, altrimenti sarai sempre perdente.  

P.S.: Perché chi dice che la vita è sacra ha permesso che la tua vita venisse messa in pericolo? Cosa ci faceva in casa tua il rapinatore già da tempo noto “allo Stato” come attentatore alla vita altrui?  Domanda stupida. Non è la tua vita ad essere sacra… lo è la loro! Non lo hai ancora capito? 🙂

Gli illuminati possono saltare le prossime righe. 

So che l’adepto sarà teso a cercare di inquadrare politicamente il Profeta. Se è critica l’assenza della pena di morte allora è di destra. Caro adepto, il Profeta non è solo contro la pena di morte, ma anche contro le carceri perché sono solo un prodotto dello Stato. 

Allora è di sinistra! Il problema è che, caro adepto, tu continui a dare per scontato di non poter vivere senza essere oppresso da qualcun altro… e come schiavo non riesci minimamente a considerare di vivere in un mondo libero. 

Spero che questo non dipenda dal fatto che non potresti immaginare di vivere libero senza poter dare la colpa a qualcun altro delle tue mancanze.

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